martedì 25 agosto 2009

Campo speleo "Matese 2009"

Ed anche quest'anno il campo speleo è finito. Dal 12/8 al 23/8 si è svolto il campo speleo nel Matese, precisamente a Pozzo della Neve. Una serie di interrogativi hanno portato ad organizzare questo campo. Un forte numero di speleo provenienti da più regioni , compresi 13 ungheresi, si è dato appuntamento nella dolina di pozzo della Neve dove è stato allestito il campo. Già dal primo giorno si è visto che il numero di partecipanti sarebbe stato elevato. A fine campo si è stilata una pesenza di 135 partecipanti che si sono interscambiati durante tutto il periodo.
L'organizzazione prevedeva l'installazione di un campo interno a -700 (circa), la risalita di alcune vie lasciate in sospeso e l'esplorazione di vari rami mai percorsi. Tutto è stato effettuato. Ma.......rimane sempre molto da vedere.
Ho partecipato marginalmente a tutto ciò, ma non potevo mancare.
Una visita per controllare se la pompa ad immersione messa a -110 funzionasse mi ha dato il benvenuto la sera dell'arrivo. Ho accompagnato Paolo Forconi a vedere un nuovo buco che scavava e per concludere ho accompagnato "mamma" Gaia a Cul di Bove. Nel brevissimo tempo che mi sono fermato ho potuto conoscere e rivedere molti amici speleo, un sentito grazie alla nostra cuoca Antonella che si è destreggiata, come sempre, dietro i fornelli preparando per tutti dei buonissimi pasti.
Veramente un sentito grazie per l'organizzazione, specialmente al Capovillaggio, al secolo Natalino Russo, che si è dato un gran daffare per la migliore riuscita di tutto.
Un grazie infinito infine a Luigi Russo che se non mi avesse chiuso la tenda Quechua stavo ancora al campo.



Il Capovillaggio (Natalino Russo)
Tenda cucina regno di Antonella

La Chef Antonella

Vita da campo

Parte la punta per allestire il campo a -700



Papà Chicco e Matteo
Il piccolo Tommaso

Alcune foto di Cul di Bove, meandro e risalita per lo scivolo

Gaia, Monica, Gabriele e Claudio



























Vita sociale




Acquedotto di Terracina (LT) - II sec. d.C.

L'acquedotto, che si sviluppa pe 54 Km proveniente da una zona nei pressi della cittadina di Amaseno (FR), conserva, del suo antico tracciato, pochissime evidenze. Quelle che si possono vedere attualmente sono riferite a dei ponti utili per mantenere in quota lo scorrimento delle acque nell'attraversare torrenti a carattere stagionale. Certamente ulteriori ed approfondite ricerche potrebbero portare a ritrovare il percorso sotterraneo che si sviluppa su di una quota ben precisa (circa 60 m slm) dalla zona di origine fino al suo castello acquario situato alle porte di Terracina in zona S. Domenico.
........."Già i Romani erano a conoscenza delle risorse idriche della Valle dell’Amaseno, tanto che realizzarono, probabilmente su precedenti canalizzazioni Volsche, un acquedotto che serviva Terracina.
L’opera d’elevata ingegneria, risale al II° sec. D.C., quindi all’epoca degli Imperatori Adriano ed Antonino Pio, ed era lunga più di 54 chilometri.
Il centro di captazione si trovava a circa 100 metri slm mentre la cisterna d’accumulo, chiamata "Castellum", si trovava a quota 50 metri slm. Pertanto, sui 56 chilometri del tragitto, la pendenza media era di 0,09 % (la media degli acquedotti romani più famosi è di 0,1%).
I romani adattarono l’opera alla morfologia accidentata del terreno, facendola correre in gran parte in trincea o galleria, e solo per oltrepassare valloni e fossati si costruirono ponti ed arcate.
L’altezza andava tra i 1,60 ed i 2,10 metri, mentre era largo dai 50 ai 70 centimetri, ma qualcuno ipotizza che in alcuni punti raggiungesse anche il metro di larghezza.
Non dimentichiamo che lungo il percorso si trovava la città romana di Privernum e che, a dimostrazione di quanto la valle fosse importante per i Romani, l’intera zona è ricca di emergenze archeologiche. Alcuni resti dell’acquedotto sono noti da tempo. Nel territorio del comune di Sonnino (LT) sono visibili notevoli vestigia. Mentre vicino a Terracina, due grandi arcate hanno, nel Medioevo, dato vita a numerose leggende, tanto da identificare i due manufatti con i nomi di "Ponte del Diavolo" e "Pozzo di S. Antonio".
Risalendo la valle dell’Amaseno, altri resti murari di forma circolare sono presenti ai piedi del colle su cui sorge il paese di Roccasecca dei Volsci. Le strutture risalenti allo stesso periodo dell’acquedotto, poste a breve distanza dal tracciato dello stesso, sono da ritenersi delle cisterne aventi circa 12 metri e mezzo di diametro"............
GIANCARLO PAVAT
dal periodico "Alleanza Volsca" della provincia di Latina - dicembre 2002


Località a Nord di Terracina dopo l'agglomerato urbano di Frasso
Ponte del Diavolo

Arco a tutto sesto rinforzato

Opera cementizia


Cisterna di distribuzione, in un diverticolo dell'acquedotto stesso



Cunicolo, diverticolo in opera incerta cementata utile per alimentare ville a valle dell'acqedotto


Ponte distrutto loc. Vidimina





Ponte in zona La Fiora


Inizio della parte cunicolare in zona La Fiora

giovedì 6 agosto 2009

Napoli sotterranea

Invitati dall'amico Luca, per una visita nella Napoli sotterranea, e per rivedere gli amici Carlo e Annamaria, oramai napoletani veraci, ci siamo diretti in una giornata estiva, calda e afosa, verso il capoluogo partenopeo. Il caldo appiccicaticcio ci invitava a questa passeggiata sotto la città antica, Neapolis, per visitare un acquedotto greco-romano planimetricamente molto sviluppato. Luca da provato "cicerone", un "virgilio" partenopeo, ci ha guidati in un sottosuolo da favola. Tutti gli acquedotti sono uguali, qualcuno potrebbe dire "ma che pal.." invece.....
Questo acquedotto interseca diverse ramificazioni, unisce molte cisterne sotterranee, presenta diverse tipologie di scavo e in particolare presenta delle simbologie crociformi di notevole interesse. Un susseguirsi di condotte, curve, sale, pozzi, canalette ecc., rendono questo sviluppato acquedotto un luogo di studio.
Il percorso si potrebbe protrarre per diverse ore, noi abbiamo solo "assaggiato"questo incantevole sotterraneo nella speranza di poter ripetere l'escursione.
Hanno patecipato: Luca Cuttitta (Cicerone) che ringraziamo per questa visita, Annamaria Cervo, Giovanna Politi, Carlo Buono e Giorgio Pintus.
Per qualsiasi informazione ci si può rivolgere a Luca Cuttitta o per informazioni meno particolareggiate a Giorgio Pintus

Pozzo d'ingresso
2° pozzo

Inizio di una parte di acquedotto



L'acquedotto interrotto da un pozzo


Sezione dello speco



Incavo per lucerna con oggetto vitreo(?)

Coce greca

Segno direzionale(?)

Croce di qualche ordine monatico-cavalleresco(?)

Diplopode

Incrocio tra diversi cunicoli

Dolichopoda (maschio)

Cunicolo con riempimento fangoso


Segni da decifrare con data (1931)

Sala con deviazione

Tamponatura per regolare il flusso delle acque

Sezione del condotto


Sezione con canaletta

La via per l'esterno