venerdì 17 ottobre 2008

Un aspetto della Cloaca Massima - Roma

Lo sbocco della Cloaca Massima presso il tempio detto di Vesta (dal volume del Desseine 1704)

Sbocco della Cloaca Massima, E. Roesler Franz - Roma 1883

La Cloaca Massima, fognature per giganti, dimensioni da incubo urbano, G.B. Piranesi


Diversi anni fa ho visitato la Cloaca Massima, ingresso dalla Basilica Giulia. Dopo aver scritto qualche relazione e raccolto una discreta bibliografia ho ri-trovato un articolo particolare, che riterrei interessante per il sistema costruttivo romano riferito ai condotti d'acqua. Uno degli aspetti poco "studiati" è quello sul tipo di malta e materiale usato per la costruzione di tali manufatti. Su di una rivista che poco ha a che vedere con le cavità artificiali "Industria Italiana del Cemento", Agosto 1986, viene riportato da un Prof. Dott. Ing. Heinz-Otto Lamprecht, un esauriente articolo delle metodologie e materiali impiegati per tali costruzioni. Da quel che sono venuto a sapere dal personale del Foro Romano, area in cui si trova uno degli ingressi (il principale) della Claoca Massima, questo ingegnere se lo era percorso tutto fino all'uscita sul Tevere. Immergendosi in acque non propriamente salubri aveva rilevato i sistemi costruttivi e i materiali usati nelle varie sezioni, aveva contrassegnato le ristrutturazioni avvenute nel tempo dell'opera, descrivendo nell'articolo stesso le opere cementizie romane.





Tratto di acquedotto romano, Porta Maggiore

Tratto di acquedotto romano in disuso perchè interrotto, zona S. Giovanni

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